Si rende noto, inoltre, che il 30 settembre 2023 si terrà uno stage introduttivo al corso dove saranno illustrati i principi fondamentali della disciplina, nonché i primi rudimenti utili al maneggio dei nunchaku. Sempre alla WU DE, dalle ore 16:00 alle 18:00.
Lo studio delle arti marziali tradizionali lambisce numerosi aspetti: dalla psicologia alla difesa del proprio equilibrio psico-fisico con metodi e tecniche naturali (massaggio, alimentazione, tecniche di respirazione, cura dei vestiti, ecc.), dalla filosofia alla conoscenza della storia, dalla meditazione alla strategia del combattimento, fino ad arrivare addirittura alla teologia; di seguito un breve accenno con riferimento al titolo del post.
Gli Apostoli, nonostante fossero perlopiù pescatori, furono iconograficamente rappresentati con bastoni lunghi.
Era evidente fossero anche combattenti, come i seguaci di San Francesco (considerati come dei ribelli e per questo costretti a difendersi) o i monaci del monastero di Shaolin (dove nacque il Kung fu, come difesa dalle aggressione di rapinatori e bestie feroci durante i viaggi)
Ma torniamo in Occidente: nel Vangelo di Giovanni, dopo l’arresto di Gesù, si narra quanto segue:
”10 Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco.
11 Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?» “
Orbene, avete mai provato a tenere in mano una spada ?
Lo spadaccino novello avrebbe tagliato, oltre l’orecchio (ammesso che la fortuna lo avesse aiutato nella precisione del taglio), anche la spalla del malcapitato.
E’ evidente che Pietro avesse con se una spada e ne fosse esperto nell’uso.
Nel Vangelo di Matteo (10,34) viene attribuita a Gesù la seguente frase: “Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada.” Segno evidente che Luce e Tenebre sono aspetti del medesimo insegnamento.
Non è un caso che gli scritti sacri citino concetti esattamente agli antipodi l’uno dall’altro.
Un esempio?
Si va dal “porgi l’altra guancia” ad “occhio per occhio, dente per dente”.
San Paolo era un ebreo ellenizzato che godeva della cittadinanza romana, esperto di spada, perseguitò i cristiani prima di essere folgorato sulla via di Damasco.
Facendo una veloce ricerca sulle immagini raffiguranti di San Giacomo (altro apostolo) non troverete un solo quadro o affresco dove non stringa in pugno il bastone lungo, nonostante fosse un pescatore che esercitava la sua attività sul lago Genesaret (in Galilea).
In ultimo, non dimentichiamo le esortazioni di Gesù agli apostoli nel Vangelo di Luca:
“35 Poi disse: «Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla».
36 Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così una bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una.
37 Perché vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra i malfattori. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo termine».
38 Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli rispose «Basta!».
Tutto ciò -tornando alla premessa iniziale-a riprova di quanto le arti marziali tradizionali lambiscano numerosi aspetti, non ultimo la teologia.
“Sinawali” è parte fondamentale dell’allenamento nella gran parte delle scuole di kali arnis escrima. E’ l’Arte di allenarsi con il doppio bastone (“Double olisi” è la definizione di molti) ma è applicabile a molte delle armi antiche della tradizione orientale. Nella scuola Hilot Saoma, il “sinawali”, si pratica con bastoni, nunchaku, moro swords e tungkod.
“Sinawali” è una modalità di allenamento che prevede -quasi obbligatoriamente- dapprima il maneggio del bastone singolo (“8 Attack Based”, “The sky” e “The Ground” sono le forme basiche in Hilot Saoma per acquisire padronanza su posizioni, equilibrio, parate, attacchi, ecc.) inizialmente davanti allo specchio, per poi passare agli “scambi” con il compagno, dapprima a 2/3 metri di distanza -per allenare sguardo e coordinazione-, successivamente, poi, con contatto, prestabilito e non. Più o meno contestualmente -e relativamente alla manualità espressa dall’allievo-, verrà aggiunto l’altro bastone (uno per mano) sino ad arrivare ad utilizzare contemporaneamente i 2 bastoni insieme alle gambe (sikaran, calci).
L’allenamento con il doppio bastone implementa in modo sostanziale l’allenamento a “mani nude” fornendo al praticante maggior coordinazione, equilibrio e capacità di concentrazione; è utile allo sviluppo neuro-motorio, fortifica tendini e muscoli degli arti superiori, conferisce capacità stategico-combattive e supporta il praticante (mentalmente e fisicamente) nella gestione della concatenazione delle tecniche.
Per quanto l’origine del termine “Sinawali” sia discussa e controversa, possiamo affermare che è riconducibile al gesto di intrecciare e/o incrociare giunco, bambù, vimini e affini. “Sinawali” nella scuola Hilot Saoma è più che mai veicolo di coordinazione motoria e wellness, per i motivi sopra citati.
Sovente, in considerazione della comune percezione di aumento del pericolo nella grande città, amici e conoscenti mi chiedono di mostrargli “tecniche segrete” o “trucchi” per potersi difendere da eventuali aggressori.
In genere, tento di accontentare la loro curiosità, mostrandogli una tecnica di disarmo da bastone, una leva articolare o una schivata da un pugno, ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con l’essenza dello studio di una disciplina marziale, dove la difesa personale è soltanto un piccolo tassello del grande puzzle che la compone.
Praticare un’arte marziale vuol dire approfondire numerosi aspetti che la compongono o sono ad essa correlati.
Vuol dire coniugare in armonia spirito, corpo e mente, facendo propri i concetti tecnici, comportamentali, psicologici, di strategia, di analisi, ecc., nonché lambendo ambiti tra i più disparati, come la filosofia, la storia, la teologia o l’esoterismo.
Iscriversi ad un corso di arti marziali, sol perché si ha timore di essere aggrediti, è come frequentare una piscina per paura di affogare in previsione di un viaggio in crociera, nell’ipotesi che la nave affondi.
In piscina ci vai se ami l’acqua; non perché la temi!
Insomma, in sintesi: non si pratica una disciplina marziale per paura degli altri, ma per amore verso se stessi.
Ho il piacere di annunciare che domenica 5 febbraio (dalle 10:30 alle 12:30), a Roma, terrò un breve seminario sul massaggio Hilot e sul Bintusa(anticamente chiamato “la cura del vetro e del fuoco”).
Gli interessati possono scrivere a hilotsaoma@libero.it